Domenica 21 febbraio 2010
Il contrario della conversione è diventare lebbrosi. Ed è terribile questa situazione per chi, come noi, sa che il permanere nella conversione è di vitale importanza.
Israele ha ricevuto tutto da Dio: e noi che cosa non abbiamo ricevuto? Liberazione, rivelazione, esercizi spirituali ecc., ma purtroppo l’infedeltà prende il sopravvento e allora Dio dice: “Su, riconosci la tua colpa, perché sei stata infedele al Signore tuo Dio; hai profuso l’amore agli stranieri sotto ogni albero verde e non hai ascoltato la mia voce” (Geremia 3,13!).
Il peccato è quello dell’infedeltà: hai usato dei miei beni per allontanarti; hai preferito altri a Dio! Ma Dio non condanna, sollecita, attende la libera volontà dell’uomo: “Ritornate, figli traviati – dice il Signore – perché io sono il vostro padrone. Io vi prenderò uno da ogni città e due da ciascuna famiglia e vi condurrò a Sion” (Geremia 3,14).
Infatti nonostante i nostri peccati, orribili misfatti contro il Signore, l’animo del Signore rimane aperto, disposto al perdono e all’amore: “Va’ e grida tali cose verso il settentrione dicendo: Ritorna, Israele ribelle, dice il Signore. Non ti mostrerò la faccia sdegnata, perché io sono pietoso, dice il Signore. Non conserverò l’ira per sempre.” (Geremia 3,12).
(Convertiti e credi al Vangelo – V)