Domenica 16 febbraio
Se è vero che possiamo pregare in qualsiasi momento e in qualunque tempo, non possiamo però entrare in una preghiera un po’ prolungata e perseverarvi con frutto se non si realizza quella certa condizione di posizione corporea, di ritmo, di tipo di pensiero nei quali veramente ci sentiamo davanti a Dio. È ciò che S. Ignazio intende quando dice: “Trovata la posizione giusta vado avanti senza cambiare finché non mi sento soddisfatto, tranquillo”. Certe volte uno arranca, gira, è inquieto: anche questa preghiera è buona davanti a Dio; ma per essere vissuta ragionevolmente deve sfociare ad un certo punto in questo atteggiamento in cui dico a Dio me stesso, mi lascio conoscere, mi apro a Lui come sono. È un non so che per cui sentiamo che questa preghiera è più vera di altre, pure ugualmente buone. Gli esercizi spirituali, il silenzio dovrebbero proprio aiutarci a focalizzare questo stato di preghiera per poi poterlo ritrovare facilmente.
(Il dono della preghiera – VII)