Domenica 17 gennaio 2010
Con tutti gli altri esercizi di pietà può stare il peccato; ma non possono coabitare la meditazione e il peccato… è categorico! È impossibile perseverare nel peccato e nella meditazione… essere a tu per tu… incontrarci con Lui… diviene veramente insopportabile, un continuo inganno profondo!
La preghiera mentale che noi dichiariamo “necessaria” per tutto ciò che abbiamo detto, diviene una grande esigenza dell’anima… è una grande esigenza! Mettersi alla presenza di Dio, concentrare su di Lui i propri pensieri, umiliarsi dei propri peccati, chiedergli quanto ci è necessario per compiere la sua volontà, è (o dovrebbe essere) il bisogno insopprimibile di ogni anima, indipendentemente da qualsiasi obbligazione e da qualsiasi fine pratico da raggiungere.
Esigenza profonda: è un cercare Dio, un tendere a Dio, un desiderare Dio, un amare Dio. Chi non sente tutto ciò, significa che altri ideali polarizzano le esigenze, i pensieri, i desideri. Ma fallisce!
Alimentare questa esigenza è il risultato della meditazione.
(La preghiera mentale, V – fine)