Domenica 6 dicembre 2009
E’ dunque fuori di ogni dubbio che la preghiera mentale, poiché ci tiene sempre orientati a Dio e in grazia, costituisca un ottimo esercizio di ascesi cristiana.
Qui però ci domandiamo: è effettivamente necessaria? Non realizzandola ci mettiamo in pericolo?
San Pio X a proposito dell’orazione mentale, scrivendo ai sacerdoti diceva: “È di capitale importanza che ogni giorno venga dedicato un determinato spazio di tempo alla meditazione delle realtà eterne. Non c’è sacerdote che possa trascurare questo mezzo senza nota di grave incuria e senza danno dell’anima sua”. E il danno lo conosciamo tutti: affievolimento nella pietà, tiepidezza e forse anche il peccato per superficialità!
È facile arrivare, senza più ristoro e vivacità interiore, alla negligenza, alla tiepidezza fino al fastidio per le realtà spirituale! La carità diviene insipida, la volontà scompare, la generosità non c’è più, il nervosismo appare, l’impazienza compie misfatti, non si ha più “voglia” di pregare, di reagire; si è aridi, stanchi!
Alcune volte è proprio difficile trovare il tempo. Altre volte pur disponendo di tempo manca la calma, la tranquillità, la solitudine necessaria… Eppure occorre fare ogni sforzo se vogliamo rinvigorire, sostenere, alimentare la nostra serenità e vita interiore, se vogliamo salvarci…!
(La preghiera mentale, II)