Domenica 11 marzo 2012
1 Sam. 3,9-10: Eli disse a Samuele: “Vattene a dormire e, se ti si chiamerà ancora, dirai: Parla, Signore, perché il tuo servo ti ascolta”. Samuele andò a coricarsi al suo posto. Venne il Signore, stette di nuovo accanto a lui e lo chiamò ancora come le altre volte: “Samuele, Samuele!”. Samuele rispose subito: “Parla, perché il tuo servo ti ascolta”.
La descrizione della vocazione profetica del figlio di Anna appare uno dei brani più significativi ed eloquenti sul tema dell’ascolto.
Qui l’ascolto è presentato in forma viva e drammatica, perché questo scritto sacro da un lato mostra concretamente che il servo di Dio è caratterizzato da un atteggiamento di docilità piena alla Parola di Dio mentre dall’altro descrive le conseguenze nefaste e tragiche derivanti dal rifiuto di ascoltare la voce di Jahvè.
In antitesi con il comportamento di Samuele, i figli di Eli e specialmente Saul non si mostrano docili alla volontà di Dio, non ascoltano la sua parola e perciò sono puniti severamente con una fine ignominiosa, con una morte disonorata. Sono da leggere e meditare dal libro primo di Samuele i Cap. 1-2-3. Antitesi precise, radicali tra tutto ciò che è di Samuele e ciò che è dei figli di Eli. Mentre i figli di Eli non ascoltano la voce del padre, di Samuele è detto che per ben tre volte si precipitò con prontezza al letto del vegliardo non appena sentì la sua voce.
(Ascolta! – XII)