Domenica 22 novembre 2009
Come non c’è vera pietà senza un solido fondamento teologico così, ordinariamente, non c’è vera conoscenza spirituale di Dio e di se stessi, senza il faticoso e perseverante lavoro compiuto con la meditazione. Questo lavoro è frequentemente faticoso… senza un’applicazione seria molte anime vegetano… pietà superficiale, sentimentale, passeggera, sempre esposta a crisi. È un lavoro costoso dell’intelligenza per svuotarsi di sé e riempirsi di Lui.
Questo lavoro della meditazione non ha surrogati, non può essere sostituito da altri mezzi.
Al principio della divina avventura ci deve essere un desiderio: una grande volontà di cercarlo, di conoscerlo, di possederlo. Preghiamo con Sant’Agostino: “Signore, non disdegnare questo filo d’erba assetato”.
(La meditazione, IX – fine)