Domenica 3 aprile 2011
Quanto meno si mantiene la vita di intimità, tanto più Dio si va dissolvendo in una confusa lontananza. Si tramuta in un’idea esangue e senza vita. Non si desidera stare, vivere con un’idea, non è nemmeno uno stimolo per lottare e superarsi. E così Dio pian piano diviene un’entità assente, astratta!
Una volta entrati in questa spirale Dio, lentamente, cessa di essere ricompensa, gioia e… conta sempre meno. È prossima la crisi. La soluzione non è più Lui ma i mezzi psicologici e la crisi si consuma. Mentre si crea questo sgretolamento, veniamo attaccati radicalmente dall’egoismo; rinascono gli appetiti dell’uomo vecchio… che reclamano soddisfazione (pensavo di aver superato… e invece eccomi qui…). E perché tutto questo? Quando viene a mancare il centro di gravità e si creano dei vuoti, emergono con prepotenza le esigenze di compensazione (potrebbero essere: affettività, divertimento, hobby, tutta la gamma della sessualità…).
(La nostra vita come sfida – XXII)