Domenica 13 febbraio 2011

Esiste anche la malattia dell’atrofia: consiste in una riduzione dei tessuti organici con conseguente cessazione della mobilità. La vita è esplosione, espansione, adattamento, movimento. L’essere vivente cessa di vivere dal momento in cui cessa di essere in movimento!
Nella vita interiore accade altrettanto. La grazia che ci è stata donata è essenzialmente vita e dà a noi la possibilità di reagire, di rinnovarci verso Dio, di conoscerlo… di amarlo! La grazia insomma stabilisce dentro di noi una corrente dinamica tra noi e Dio, una corrente di amore, di conoscenza, di amicizia. Questa grazia, presenza dello spirito, è fermento, potenza, esplosione. È il lievito della farina evangelica…! Questa grazia penetra in noi progressivamente, domina le tendenze egoistiche, frena il peccato, il male, spiritualizza, rende docili, pazienti, impegnati, fino ad appartenere completamente a Lui. Se tale grazia cessa di muoversi, cessa anche di vivere. Se non diventa continua marcia ascendente ben presto si spegnerà malata di atrofia. Se la nostra vita di intimità con Dio è poco vissuta, si troverà sicuramente difficoltà a pregare come se le nostre facoltà interiori si fossero indurite. Allora constatando tale difficoltà… si finisce con l’abbandonare l’orazione, perché è di peso, ad abbandonare il grande lavoro interiore. La grazia allora si inibisce, la sua vitalità prende la strada dell’inazione, dell’immobilità, della morte.

(La nostra vita come sfida – XV)