Proponiamo una nuova meditazione dal titolo “Fede e missionarietà – Riconciliare con l’annuncio”. E’ stata proposta nel 1985, ma mantiene ancora intatto il suo valore di invito pressante a essere missionari qui, oggi.
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Domenica 20 giugno 2010
La nostra esistenza è una chiamata. Se ci siamo è perché Dio ci ha chiamati: chiamati personalmente e comunitariamente. C’è tutta la storia dell’uomo… la storia di Israele. Non ci saremmo se non ci avesse chiamati. Noi siamo messi a parte, come Israele, curati particolarmente. Per noi ci sono stati la Rivelazione, i profeti, gli interventi storici, Gesù Cristo, la Madonna, la Chiesa. Tanta premura e attenzione deve far sorgere la domanda sul perché di tutto questo. Dio non chiama per chiamare, per divertirsi. Quando chiama Adamo – Abramo – Mosè – Davide – Isaia – Amos – Elia è per un progetto preciso. Occorre avere la coscienza di essere stati chiamati.
Coscienza dunque di essere un popolo Chiamato, un popolo messo a parte. Un popolo con cui Dio stesso scende a patti e giunge addirittura a creare l’Alleanza.. a incarnarsi per sentirsi in comunione, consanguineo..!
(Fede e missionarietà – I)