Domenica 28 maggio
Tre osservazioni prendiamo in considerazione.
1) Frequenti scambi di linguaggio.
E’ stato osservato tante volte dagli esegeti come il linguaggio della carità e quello del culto siano accostati spessissimo tanto da essere usati indifferentemente l’uno o l’altro = carità, ostia, offerta, sacrificio.
I doni inviati a S. Paolo dai Filippesi sono “un profumo di soave odore, un sacrificio accetto e gradito a Dio”, Fil. 4,18. Così in Eb. 13,16: la condivisione dei beni diventa un sacrificio gradito a Dio. Nella Didascalia Apostolorum: se arriva un povero e non c’è più posto … il Vescovo vada a sedersi per terra ma lasci il posto al povero che rappresenta Cristo! Prassi disattesa purtroppo, con i banchi riservati … i matronei per i nobili ecc…
E’ stato osservato tante volte dagli esegeti come il linguaggio della carità e quello del culto siano accostati spessissimo tanto da essere usati indifferentemente l’uno o l’altro = carità, ostia, offerta, sacrificio.
I doni inviati a S. Paolo dai Filippesi sono “un profumo di soave odore, un sacrificio accetto e gradito a Dio”, Fil. 4,18. Così in Eb. 13,16: la condivisione dei beni diventa un sacrificio gradito a Dio. Nella Didascalia Apostolorum: se arriva un povero e non c’è più posto … il Vescovo vada a sedersi per terra ma lasci il posto al povero che rappresenta Cristo! Prassi disattesa purtroppo, con i banchi riservati … i matronei per i nobili ecc…
(L’Eucarestia: fonte primaria della Carità – XIX)