Le difficoltà nell’esercizio della carità: la fretta.
E’ il difetto che balza immediatamente all’occhio nella parabola del Samaritano. Quei due non hanno tempo di fermarsi, non vogliono neppure esaminare la situazione. Nella società attuale, amare con paziente concretezza il fratello povero, bisognoso, oppresso significa non limitarsi a fare qualche intervento personale ma anche cercare e risanare le condizioni economiche, sociali, politiche della povertà o della ingiustizia. Oggi bisogna andare al di là di ciò che allora il Samaritano aveva fatto. Purtroppo la fretta e la superficialità caratterizzano i nostri incontri con il prossimo e se facciamo qualcosa è per toglierci un grattacapo. Al contrario bisogna consacrare tempo, calma, prepararci adeguatamente e andare fino in fondo. E’ necessario studiare, confrontarsi, vedere le forme migliori di servizio, sostenere le forme di volontariato e le assistenze pubbliche. Ma tutto ciò può avvenire se supereremo la fretta, legata al “tranquillizzarci la coscienza” con qualcosa.