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October, 2016

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Newsletter 31/2016

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Domenica 30 ottobre
La confessione orale: alcune caratteristiche:
a) umile: cioè essere talmente staccati da potersi confessare con chiunque. L’importante è che mi dia la assoluzione. Non importa cosa lui penserà, è importante quel che Dio dona attraverso questo umiliarmi che mi pesa molto. E’ vera volontà di conversione. Non andare alla confessione con abili sotterfugi, un dire a metà e con la volontà di trovare scusanti: ci penserà il confessore, tu accusati umilmente: ho peccato!
b) integra: nel senso di rivelare e, quindi, studiare con il confessore il metodo migliore del superamento, come affrontare il difetto, il perché dell’accaduto. Il confessore è Padre e deve aiutare…
c) dolorosa: l’abbiamo detto!
d) frequente: per tutto ciò che abbiamo detto del problema del miglioramento, della grazia di credere, della medicina, della santità
(La confessione – XV)

Newsletter 30/2016

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Domenica 23 ottobre

Il proposito fermo: per mancanza di esso risultano invalide tante confessioni soprattutto tra le abitudinarie. Questo non vuol dire che, purtroppo, per tutta la vita si avrà sempre quel difetto, ma il proposito c’è sempre… non lascio la battaglia. Alcune volte il difetto ci è lasciato per la nostra umiltà. Ricordiamo S. Paolo (2 Cor 12, 7-9): “Perché non montassi in superbia per la grandezza delle rivelazioni, mi è stata messa una spina nella carne, un inviato di satana incaricato di schiaffeggiarmi, perché io non vada in superbia. A causa di questo per ben tre volte ho pregato il Signore che l’allontanasse da me. Ed egli mi ha detto: «Ti basta la mia grazia; la mia potenza infatti si manifesta pienamente nella debolezza». Mi vanterò quindi ben volentieri delle mie debolezze, perché dimori in me la potenza di Cristo”.
Importa comunque fissare bene i propositi, vedere che da una confessione all’altra… dirlo al confessore: avevo fatto questo proposito, e così mi trovo… oppure mi sono dimenticato: ma il proposito c’era. Ci sveglia dall’indolenza.

(La confessione – XIV)

Newsletter 29/2016

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Domenica 16 ottobre

Il dispiacere non perché c’è un neo o grosso peccato (sarebbe estetica spirituale) ma perché ci siamo stupidamente, per superficialità allontanati da Dio. La nostra religione non è una mistica buddhista ma è una relazione d’amore: gioia e dispiacere. I motivi per il dispiacere sono molti: dalla meditazione della sua bontà, paternità, al Sangue suo, alla mia ingratitudine; al blocco di grazia, non aver aumentato la grazia per la comunità, la Chiesa, gli amici, le persone per le quali mi sento responsabile… Ho faticato molto… ma non ho dato quello che tu volevi: l’aumento di grazia non c’è stato!

(La confessione – XIII)

Newsletter 28/2016

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Domenica 9 ottobre

Contrizione del cuore: è la principale disposizione richiesta (con il proposito) per ricavare il maggior frutto possibile dalla confessione. La superficialità, il formalismo rende inutile o sacrilega la confessione. Tra le persone che si confessano abitualmente con soli problemi di peccato veniale è facile compiere una confessione inutile in quanto non c’è dolore e proposito. Il dolore è necessario per la validità diversamente è una presa in giro. E quanto più il dolore è vivo e profondo tanto più ci merita grazie infinite.

Dolore come dispiacere: voler essere più coraggioso; in quella circostanza invece i nervi mi sono saltati, ho risposto male, mi dispiace. Non sappiamo se la nostra è una contrizione perfetta ma quanto più ci dispiace perché non abbiamo amato con coraggio, perché siamo stati controtestimonianza, tanto più ci avvicineremo.

(La confessione – XII)

Newsletter 27/2016

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Domenica 2 ottobre

Esame di coscienza: essere liberi e umili per saper distinguere tra sensi di colpa e colpa effettiva; per non scusare un difetto o vederlo dove non c’è. Se siamo abituati ad un autocontrollo, o alla contemplazione, basta un momento per stabilire il nostro stato presso Dio e il prossimo. Ma se viviamo da superficiali importa parecchio tempo perché tante cose ci sfuggono. È importante sapere, fare il punto della nostra situazione presso Dio e presso tutti i fratelli. Se tutta la legge si raccoglie nei due comandamenti dell’amore, che non è poi comando ma esigenza del cuore, la conclusione è semplice, ma quanto più si è delicati…  Se siamo abituati ad una confessione frequente, più facilmente si nota anche il progresso o regresso, ma se stiamo molto tempo…

(La confessione – XI)