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March, 2015
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Domenica 29 marzo
Ogni volta che ascoltiamo la Parola non sono ricordi storici ma è legge per oggi. Ogni volta che si proclama la Torah si ripete in qualche modo l’evento originario prodottosi sul Sinai: “Il Signore vi parlò dal fuoco; voi udivate il suono delle parole ma non vedevate alcuna figura: vi era soltanto una voce” Deut. 4,12.
Dunque la Rivelazione di Dio sta nell’ascolto. Da questo evento fondamentale ed esemplare per ogni ascolto della Parola, l’insegnamento più importante che ne traiamo è il seguente: di Dio noi abbiamo una esperienza di ascolto, non di visione. È proprio in ragione anche di questo la proibizione di costruire immagini, Deut. 4,15 e 5,8ss. Jahvè non si è rivelato ad Israele facendogli vedere il suo volto ma facendogli udire la sua voce! Nessuna delle cosiddette visioni teologiche dell’Antico Testamento ha mai la pretesa di descriverci il volto di Dio. Lo si vede solo di spalle (Es. 33,23) o solo dai piedi in giù (Es. 24,10) oppure se ne intravede solo il lembo del vestito (Is. 6,1); tutte espressioni figurate e forse anche sottilmente ironiche per affermare l’impossibilità della visione e quindi la rivelazione solo nell’ascolto.
(Urgenza dell’ascolto della Parola – VI)
Domenica 22 marzo
All’inizio del capitolo 4 del Deuteronomio la formula “Shemà Israel” riceve un’importante connotazione: cioè le antiche parole della legge vengono attualizzate “nell’oggi”, nell’ora della vita del popolo. “Ora, Israele, ascolta le leggi e le norme che io vi insegno, affinché le mettiate in pratica”. Tutto questo è molto importante per noi, per la nostra meditazione, perché ogni Parola rivela valore oggi! Quindi è sempre nuova ogni giorno e ogni qual volta viene proclamata è sempre come se fosse la prima volta che viene udita: “Il Signore non ha stabilito questa alleanza con i nostri padri, ma con noi che siamo qui oggi tutti in vita” Deut. 5,3. È scioccante tutto ciò! È straordinario!
(Urgenza dell’ascolto della Parola – V)
Domenica 15 marzo
Per convincerci dell’importanza capitale dell’ascolto iniziamo con l’approfondimento di qualche passo scritturistico, Deuteronomio capitoli 4-5-6 soprattutto. Il termine “Shemà Israel”, in questo libro ritorna per circa 80 volte. Sono questi capitoli del Deuteronomio che ci offrono delle indicazioni estremamente profonde e suggestive per una teologia biblica dell’ascolto. Nell’economia di tutto il libro questa insistenza vuol essere una preparazione ad ascoltare proficuamente tutta la legge che poi esporrà. “Ascolta Israele”: non si tratta di un ascolto personale o privato ma ecclesiale, liturgico a cui è chiamato tutto il popolo.
(Urgenza dell’ascolto della Parola – IV)
Domenica 1 marzo
Possiamo chiederci: chi sono i veri discepoli del Signore, quelli amati, quelli che diventano come Lui? “Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!” (Lc 11,28). Sono madre, padre ecc.
Si osserva che i discepoli del Signore erano quelli che stavano con Lui. Ma oggi come è possibile dopo 2000 anni? Se ascoltiamo, se sperimentiamo la sua voce … oggi! È nell’ascolto della sua Parola che si vincono tutte le battaglie e si rimane saldi in ogni bufera.
(Urgenza dell’ascolto della Parola – III)