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December, 2014

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Newsletter 36/2014

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Domenica 21 dicembre

Nella settimana del S. Natale, interrompiamo la meditazione sulle beatitudini per proporre un brano di una delle omelie della notte di Natale presenti nel testo “In attesa di te, della tua luce, della tua pace” della collana “I quaderni di don Tarcisio Comelli”. Riprenderemo la pubblicazione settimanale della newsletter domenica 11 gennaio.

Sorridetevi… Sorridetevi gli uni gli altri, sorridete a vostro marito, a vostra moglie, ai vostri figli. Questo vi aiuterà a crescere nell’amore perché il sorriso è frutto dell’amore. Nessuno in famiglia si avvicini a voi senza sentire di essere amato. E ricordiamoci che la gioia dell’amore, del dono, della delicatezza, della disponibilità passa e si esprime attraverso il sacrificio.
Ad ogni mamma, ad ogni papà, ad ogni giovane che partecipa a questa nostra celebrazione del Natale dico: sii il cuore silenzioso, delicato ed attivo della famiglia, della società, della Chiesa. Troviamo il tempo in casa per sorriderci, per rallegrarci a vicenda; basta poco: una gentilezza, una parola, un fiore, un sorriso e allora sarà vero il nostro Natale e ogni giorno sarà Natale.

Auguri di un Santo Natale!

Newsletter 35/2014

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Domenica 14 dicembre

L’agricoltore del popolo eletto lavorava la terra con una fatica immensamente più grande  di quanto non accade oggi. Eppure quando raccoglieva  il frutto del lavoro ne portava al Signore le primizie con cui riconosceva che tutto era dono suo. La fatica, il sudore, i sacrifici, le decime, le oblazioni: tutto offriva  perché sapeva di non essere padrone delle cose ma un beneficato da Dio. E lodava e ringraziava! Noi siamo diversi. Noi ringraziamo noi stessi. Noi vediamo i risultati e ci congratuliamo con noi stessi. “Sono in gamba, ce l’ho fatta, sono un mago…” E così costruiamo l’idolo, l’autosufficienza, il suicidio. Con il ringraziamento lo sguardo diventa limpido e la vita si equilibra.

(Beatitudine come vocazione – XXIII)

Newsletter 34/2014

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Domenica 7 dicembre

Che io non mi comporti mai da padrone…  ma viva sempre l’esperienza che io sono povero e che il Signore è l’unico ricco, è l’unico Signore. E’ molto chiaro nella Bibbia: le cose sono dono del Signore, sono al servizio del Signore.

(Beatitudine come vocazione – XXII)

Newsletter 33/2014

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Domenica 30 novembre

Le cose che senso hanno nella vita del Povero? Il povero non possiede le cose o le persone. Le riceve in dono secondo il disegno di Dio, secondo le istanze del Regno. Gli sono date non perché le possegga, ma perché le valorizzi a beneficio del piano di Dio. Questo gli impedisce di ricercare il suo comodo, il suo interesse, la sua superbia, la sua vanità, la sua soddisfazione nel possedere le cose. Bisogna meditare su tutti questi atteggiamenti possessivi. Il povero si purifica da ogni possessività perché tutto è del Signore e tutto deve essere visto  e trattato nella luce del progetto di Dio. Ogni qual volta si usa qualcosa solo per interessi terreni – cibo, corpo, l’altro ecc. – non si è più né servi né poveri: si diviene concorrenti di Dio, attentatori alla Signoria di Dio. E attenzione: è necessario che la povertà diventi effettiva per tutto! Un centesimo gelosamente difeso o custodito… può essere  una vera violazione alla povertà in spirito, mentre l’amministrazione di una ricchezza non è affatto violazione della povertà se fatta nel progetto di Dio.

(Beatitudine come vocazione – XXI)