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October, 2014

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Newsletter 29/2014

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Domenica 26 ottobre

Il povero è uno che ha tanto vivo il senso della creaturalità da metterlo a fondamento della sua identità: io sono una creatura di Dio, io sono perché Dio mi ha voluto; continuo ad esistere perché Dio mi dà la vita; ciò che sono lo devo solo a Lui. Ha coscienza cioè di essere di Dio e di dipendere da Lui in ogni attimo. Ed è una coscienza non subita, con amarezza, con rammarico o spirito di ribellione, ma con senso di abbandono, di gioia, di beatitudine. Dio è il mio tutto! Lo gusto nella preghiera.(sono la tua creatura…) e nella vita concreta ho piena di fiducia in Lui; ed è un’esperienza creaturale che vive e che lo aiuta a mettersi in condizione di verità di fronte a Dio… lo aiuta a percepire il senso vivo e storico dell’affermazione che il Signore è il Signore!: “Io dico al Signore: Tu sei il mio Dio”. Sal.139, 7. “O Dio, tu sei il mio Dio”  Salmo 62, 1. E’ un riconoscimento fondamentale per arrivare ad un atteggiamento effettivo, a testimoniare il nostro essere servitori di Dio ovunque siamo.

(Beatitudine come vocazione – XVII)

Newsletter 28/2014

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Domenica 19 ottobre
Dio solo è il Signore. L’inizio del decalogo consegnato da Dio a Mosè sul Sinai è proprio questo: “Io sono il Signore, tuo Dio, che ti ho fatto uscire dalla terra d’Egitto, dalla condizione servile. Non avrai altri dèi di fronte a me.” (Deut. 5, 6-7). Sempre ritorna in tutta la Bibbia questa affermazione. Dio è il Signore! Così nel Vangelo e nella prassi della Chiesa Gesù Cristo è il Signore! Ma gli uomini hanno preferito e preferiscono i Signori del mondo. Il primo chiaro episodio lo troviamo nel libro di Samuele “Il Signore disse a Samuele: «Ascolta la voce del popolo, qualunque cosa ti dicano, perché non hanno rigettato te, ma hanno rigettato me, perché io non regni più su di loro. Come hanno fatto dal giorno in cui li ho fatti salire dall’Egitto fino ad oggi, abbandonando me per seguire altri dèi, così stanno facendo anche a te.” (Sam. 8, 7-8). L’uomo vuole costruirsi il suo Signore. L’uomo non vuole servire il Signore ma vuole essere signore di se stesso. E da qui iniziano tutti i disordini del mondo. In altre parole: se non si riesce a scoprire e vivere la povertà in spirito, che Dio solo è il Signore di tutto e di tutti, l’uomo si aliena negli idoli ed è portatore dei più grossi disordini e squilibri.

(Beatitudine come vocazione – XVI)

Newsletter 27/2014

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Domenica 12 ottobre
Beati i poveri in spirito.
Chi è il povero? Quando la Bibbia parla del povero esprime una situazione davanti a Dio nella quale emerge la consapevolezza che Dio è padrone di ogni bene e datore di ogni bene, e l’uomo è colui che di questo bene ha bisogno. Il povero è prima di tutto il povero davanti a Dio, è un essere convinto di aver bisogno di Dio.
Osservate i passi nella Bibbia, nei salmi, nei profeti. Questa dipendenza, questa situazione di dipendenza dell’uomo da Dio si radica nella creazione. Cosa vuol dire? L’uomo è creato da Dio, è chiamato all’essere ed è collocato da Dio a vertice della creazione. Dio ha creato tutto per la sua gloria. Non poteva fare se non così! Ora, al vertice della creazione ha posto l’uomo con la funzione di possedere la terra in modo tale che tutte le meraviglie del creato possano cantare la gloria di Dio. Il povero scopre questa collocazione sacerdotale in cui glorifica Dio, diventa la voce e la coscienza della creazione. Il povero sente e ha questo sguardo universale e si sente al servizio del progetto di Dio.

(Beatitudine come vocazione – XV)

Newsletter 26/2014

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Domenica 5 ottobre
Alla luce di quanto abbiamo detto, le beatitudini proclamate da Gesù nel discorso della montagna sono da considerare come un tutt’uno, evitando di isolarle una dall’altra. In fondo, piuttosto che di beatitudini, dovremmo parlare di beatitudine. Se noi le mediteremo ad una ad una è per penetrare il senso e il contenuto dell’unica beatitudine.
Non si pensi dunque leggendole: “io scelgo la prima” oppure “io scelgo la terza”. Ci può essere una sensibilità spirituale per una piuttosto che un’altra. Ma la beatitudine è Dio e Dio è indivisibile! Hai tutte le beatitudini se possiedi la beatitudine.

(Beatitudine come vocazione – XIV)