Domenica 5 giugno 2011
Senza Dio la vita è come un fiore che si sfoglia. Tutto perde significato e si avvera quella terribile situazione descritta da Nietsche in “Così parlò Zarathustra”:
“Non avete udito parlare di quell’uomo pazzo che in pieno giorno accese una lucerna, corse al mercato gridando continuamente: “Cerco Dio, cerco Dio”? Poiché li si ritrovavano molti di coloro che non credevano in Dio, fu ricevuto con grandi risate. Uno disse: “L’hai forse perduto?” Un altro rispose: “Si è smarrito come un bambino”. Altri ironizzavano: “Sta nascosto? Ha paura di noi? Si è imbarcato? È emigrato?” Così tutti ridevano burlandosi di lui. L’uomo pazzo li affrontò trapassandoli con lo sguardo, gridando: “Dove se n’è andato Dio? Io ve lo dico. Lo abbiamo ucciso voi e io! Tutti noi siamo suoi assassini. Sta bene; ma pensiamo: che cosa abbiamo fatto? Come abbiamo fatto a tagliare i legami che uniscono questa terra al sole? E noi, allora, dove andiamo? Non stiamo forse precipitando continuamente all’indietro, in avanti, da un lato, in tutte le direzioni? Ci sono ancora cielo e terra?… Non sentiamo il soffio del vuoto? Non sentiamo un freddo terribile? Non va facendosi notte continuamente e sempre più notte? Non è vero che siamo costretti ad accendere lucerne in pieno giorno?” L’uomo pazzo andò in un altro posto e guardò un’altra volta i suoi ascoltatori. Anche loro tacevano e lo guardavano straniti”.
Abbiamo anche noi, in noi e nelle città, lasciato morire Dio e sono nati i mostri: l’assurdo, la nausea, l’angoscia, la solitudine, il niente… e droga e suicidi e terrorismo!
Dice Simone de Beauvoir: “Nel sopprimere Dio siamo rimasti senza l’unico interlocutore che realmente contava”.
E Sartre: “La vita diventa una passione inutile, un lampo assurdo fra due oscure eternità”.
(La nostra vita come sfida – XXX)