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April, 2011

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Newsletter 15/11

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Domenica 17 aprile 2011

Capita a volte che il vuoto di Dio passi in qualcuno, e allora si affanna a discutere, a dialogare, a questionare su Dio e tutto il resto. Potrebbe essere un buon segno: è Dio che non ci lascia in pace. Con un’allegra superficialità questi individui però divagano fino all’infinito, in discussioni religiose a non finire: Dio va demitizzato; tante nostre creazioni sono tempo perso, Dio va cercato esclusivamente nell’uomo; e la vita con Dio allora si problematizza, si intellettualizza. È cattivo segno. La vita con Dio è vita; quando cessa di essere vita diviene complicata elucubrazione.

(La nostra vita come sfida – XXIV)

Newsletter 14/11

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Domenica 10 aprile 2011

L’edificio umano allo sbaraglio vive di compensazioni… si è offuscato il senso della vita e il progetto di esistenza!!! E Dio è tutto il senso della vita. A mancata spiritualità corrisponde la spirale della morte: se per lungo tempo si rimane lontani da Dio, Dio muore come una pianta rinsecchita che si è trascurato di bagnare!

Abbandonata la fonte della vita rapidamente si arriva all’ateismo pratico. Sono persone che ci credono, difendono Dio, si dichiarano credenti, vanno in comunità, a Messa, ma di fatto regolano la vita come se Dio non esistesse. Quando c’è Dio in noi, viviamo un continuo esodo, ci strappa giornalmente all’egoismo, ci impegna ogni giorno a fondo, siamo allegri. Ma quando ci allontaniamo è la morte. E il segno dell’agonia di Dio in noi è che Dio non desta più in noi allegria nel cuore: siamo tristi!

(La nostra vita come sfida – XXIII)

Newsletter 13/11

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Domenica 3 aprile 2011

Quanto meno si mantiene la vita di intimità, tanto più Dio si va dissolvendo in una confusa lontananza. Si tramuta in un’idea esangue e senza vita. Non si desidera stare, vivere con un’idea, non è nemmeno uno stimolo per lottare e superarsi. E così Dio pian piano diviene un’entità assente, astratta!

Una volta entrati in questa spirale Dio, lentamente, cessa di essere ricompensa, gioia e… conta sempre meno. È prossima la crisi. La soluzione non è più Lui ma i mezzi psicologici e la crisi si consuma. Mentre si crea questo sgretolamento, veniamo attaccati radicalmente dall’egoismo; rinascono gli appetiti dell’uomo vecchio… che reclamano soddisfazione (pensavo di aver superato… e invece eccomi qui…). E perché tutto questo? Quando viene a mancare il centro di gravità e si creano dei vuoti, emergono con prepotenza le esigenze di compensazione (potrebbero essere: affettività, divertimento, hobby, tutta la gamma della sessualità…).

(La nostra vita come sfida – XXII)