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May, 2010

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Newsletter 20/10

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Domenica 30 maggio 2010

Il nuovo testamento propone la ricomposizione del quadruplice scisma:
a) Con Dio: è il termine primo e ultimo della conversione. E’ il padre del figliol prodigo: lo scopo di Dio è la comunione e il modo è la conversione. E’ lo scopo di tutta la storia, di tutta la vita: “che vale all’uomo guadagnare…”
b) Con se stessi. Convertirsi a se stessi come ritrovamento della identità-unità del tuo essere di fronte a Dio. Il peccato porta al disfacimento, alla divisione: il peccato, il male, l’odio, la divisione interna, lo scisma morale interiore, lo scisma della personalità, la lacerazione tra le tendenze verso il bene e verso il male che sentiamo, la mancanza di coraggio nell’esaminarsi e nel confessarsi lucidamente: sono le nostre forze disgregatrici che portiamo all’interno. L’uomo vive questo dramma che vincerà solo con il ritorno e l’aiuto di Dio. Il cuore dell’uomo è per natura doppio. La conversione a Dio, liberando l’uomo dal peccato, lo riporta alla ricomposizione armonica! Il figliol prodigo: rientra in se stesso “mi recherò da mio padre …”
c) Con il prossimo. L’uomo convertito al suo Signore, rientrato in se stesso, è entrato anche in comunione con gli altri. Il peccato incide sempre anche nelle relazioni con il prossimo: egoismo, orgoglio borioso, violenza, ingiustizia, disprezzo, incomunicabilità, adulterio, inganno, sopraffazione, sfruttamento sono i fattori che dividono da sempre gli uomini tra di loro. Una parabola può dirci fino a che punto deve avvenire la nostra conversione verso i fratelli, il prossimo: Lc 10, il Samaritano.
d) Con il mondo: Evangelizzazione e promozione umana da convertiti!

(Convertiti e credi al Vangelo – XVII)

Newsletter 19/10

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Domenica 23 maggio 2010

Tutto l’Antico e il Nuovo Testamento presentano la conversione come supremamente necessaria, come condizione storica, come verità e identità dell’uomo. L’uomo concreto, senza eccezioni, è oscurato dal disordine che porta in sé, è malato profondamente, è afflitto in continuazione dalla tendenza a allontanarsi da Dio, a corrompere se stesso, a staccarsi dal prossimo.
Tale tendenza è una forma di suicidio perché ti autodistruggi, perdi di vista le realtà fondamentali, e la malizia del peccato corrompe tutto. La Bibbia ci racconta molto sul comportamento di peccato dell’uomo. Esaminiamo:
a) peccato come apostasia continua da Dio. Assume la forma di idolatria in tutte le forme possibili: si tratta dell’attrazione irresistibile che sull’uomo esercitano le forme materiali: culto di se stesso, culto di altre persone umane, culto di forze umane o materiali, culto politico, ecc. La nostra età è una sfilata ancora più ricca e variegata di questa idolatria sempre risorgente.
b) peccato come lacerazione dell’uomo: che gli piaccia o no, che se ne accorga o no l’uomo è internamente lacerato, ferito, senza pace; è nella insoddisfazione, nel vuoto lancinante, cammina verso un vuoto disperato e moltiplica … vuoto!
c) peccato contro il prossimo: il peccato, lo scisma da Dio si consuma sempre, inesorabilmente, contro il prossimo, che viene assoggettato, oppresso, disprezzato, corrotto, deviato, maltrattato.
d) peccato contro la creazione. L’uomo che fa scisma da Dio, che danneggia se stesso, che danneggia il prossimo, non può non danneggiare anche il mondo.

(Convertiti e credi al Vangelo – XVI)

Newsletter 18/10

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Domenica 16 maggio 2010

La conversione del cuore è sollecitata dalla Madonna in tutte le sue apparizioni. Con molta insistenza! La Bibbia ne fa il motivo di fondo, che lega tutta la storia della salvezza. Se la finalità dell’azione di Dio nella storia è l’Alleanza, la conversione ne è il presupposto. E’ ancora una chiave di lettura formata da 5 movimenti:
1) beneficio divino: iniziativa divina gratuita attraverso un uomo solo ma verso tutto il popolo (Abramo, Mosè, Davide, ecc.)
2) peccato umano: l’uomo accetta, gioisce ma poi si dimentica, giunge a sazietà e esplode l’egoismo, la superbia, la irriconoscenza! E’ il peccato per cui non si corrisponde più a Dio.
3) Dio si allontana – è una punizione… è il Padre che tenta strade diverse per richiamare l’attenzione… per infrangere la durezza del cuore. Tuttavia esiste una resistenza a Dio che sembra senza rimedio… Babilonia è abbandonata alla distruzione con Sodoma!
4) Conversione. E’ la decisione del figliol prodigo. Si capisce che nella casa del Padre si è più sereni, felici, difesi… E’ il travaglio della rinascita. La confessione …!
5) La liberazione divina. Dio si rende ancora disponibile pienamente.
Secondo questo schema si può notare che tutta la Bibbia può essere riletta così, perché questa è la vicenda dell’uomo. Adamo – Israele in Egitto – Israele nel deserto – Israele in patria – David. La nostra stessa esistenza.

(Convertiti e credi al Vangelo – XV)

Newsletter 17/10

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Domenica 9 maggio 2010

[Le qualità che rendono vera, autentica e continuativa la conversione:]

7) Escatologica: come ultimo e definitivo atto. E’ il sì che ci apre all’eternità. E’ il sì della linea di demarcazione: se ancora si commettono peccati… si è comunque in cammino! La conversione che si approfondisce, procede…! Lasciarsi convertire da Dio: il destino di chi si lascia convertire è descritto in modo lapidario da un celebre testo di Gioele, a cui Pietro fa riferimento il giorno della Pentecoste.

Io effonderò il mio spirito sopra ogni uomo e diverranno profeti i vostri figli e le vostre figlie;
i vostri anziani faranno sogni, i vostri giovani avranno visioni.
Anche sopra gli schiavi e sulle schiave, in quei giorni, effonderò il mio spirito.
Farò prodigi nel cielo e sulla terra, sangue e fuoco e colonne di fumo.
Il sole si cambierà in tenebre e la luna in sangue, prima che venga il giorno del Signore, grande e terribile.
Chiunque invocherà il nome del Signore sarà salvato, poiché sul monte Sion e in Gerusalemme
vi sarà la salvezza, come ha detto il Signore, anche per i superstiti che il Signore avrà chiamati
.” (Gioele 3,1-5)

(Convertiti e credi al Vangelo – XIV)

Newsletter 16/10

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Domenica 2 maggio 2010

[Le qualità che rendono vera, autentica e continuativa la conversione:]

6) Irreversibilità. La conversione totale, immediata, docile, autentica, cosciente, deve mantenere tali qualità per sempre!!!… Essa è definitiva ed irreversibile in quanto risposta ad una chiamata e ai doni divini che sono irreversibili! Se ci convertiamo, il Signore attua il suo disegno planetario, un’alleanza come segno, un Regno… che non finisce nel tempo. Così descrive questo rapporto Isaia alla fine del suo libro: “Voi dunque partirete con gioia, sarete condotti in pace. I monti e i colli davanti a voi eromperanno in grida di gioia e tutti gli alberi dei campi batteranno le mani. Invece di spine cresceranno cipressi, invece di ortiche cresceranno mirti; ciò sarà a gloria del Signore, un segno eterno che non scomparirà.” (Is 55,12-13). Da parte dell’uomo l’impegno deve essere almeno uguale: il suo convertirsi è un affidarsi al Signore, un rendersi disponibili a Lui perché prenda il possesso, la direzione della vita.

(Convertiti e credi al Vangelo – XIII)