Domenica 28 febbraio 2010
Il verbo “suv” (conversione) è una chiamata per tutti a rispondere della propria vita di fronte al Signore. E’ una chiamata benefica e necessaria anche se severa, dura, inevitabile, impietosa! Una chiamata personale e comunitaria.
Tutti sono chiamati alla conversione (Geremia 18,11). I segni, i simboli della presenza di Dio nell’Antico Testamento erano i re, i profeti. La loro condotta, nel bene o nel male, proprio per la singolare responsabilità di cui erano investiti, influenzava il popolo. A loro andava con insistenza l’invito a convertirsi. L’episodio più noto è narrato in 2 Sam. 12, 1-23, quello relativo a Uria l’Ittita e Davide: “Ho peccato contro il Signore!”. Oggi, siamo noi il popolo profetico e regale in mezzo al mondo: una responsabilità grande. Noi che veniamo invitati a convertirci, noi che possiamo influenzare… perché tutti i popoli si convertano: il fine della Rivelazione!
Ricordiamo Giona a Ninive: si dice “e gli uomini di Ninive credettero a Dio” Giona 3,5. E’ una catechesi per noi! Quello che Dio attende, ciò che aspetta dal popolo che ha eletto, popolo che ama, che è nato dal Figlio suo, è la conversione, vita di comunione impegnata con Dio e con i fratelli. Una vita da convertiti!! Concretamente…
(Convertiti e credi al Vangelo – VI)